Secondo i rapporti francesi di media sulla decima ora locale, un nuovo studio ha indicato che da ora al 2019, c'erano circa 170 particelle di plastica trilione negli oceani del mondo dovuto l'impatto di inquinamento residuo di plastica. L'inquinamento di plastica marino sta diventando sempre più serio.
L'8 marzo ora locale, uno studio pubblicato nella biblioteca pubblica del giornale internazionale di scienza ha indicato che da ora al 2019, il numero delle particelle di plastica che galleggiano negli oceani del mondo ha raggiunto 170 trilioni, con un peso totale di circa 2,3 milioni di tonnellate. È considerevole che i ricercatori hanno analizzato l'inquinamento l'atlantico, pacifico, di Oceano Indiano e del Mediterraneo durante i 40 anni dal 1979 al 2019 ed hanno trovato che non c'era tendenza ovvia della crescita di spreco di plastica prima del 1990. Ha oscillato dal 1990 al 2005 ed ha cominciato a sollevarsi dopo del 2005.
La ricerca indica che la maggior parte degli sprechi di plastica marini sono reti da pesca ed ingranaggio di galleggiamento, seguiti dai vestiti, dalle gomme di automobile e dai prodotti di plastica eliminabili. Secondo lo studio, questa plastica ripartirà nelle più piccole particelle di plastica dopo avere sfociato nel mare ed alcuni organismi marini le confonderanno alimento e le inghiottono, con conseguente morte.
Inoltre, secondo il rapporto pubblicato insieme dal comitato di esperti dell'economista e dall'organizzazione senza scopo di lucro giapponese «consorzio del Giappone», dalla tendenza corrente, da ora al 2050, l'uso annuale di plastica nei paesi G20 sarà due volte che nel 2019, raggiungendo 451 milione di tonnellate. Secondo il rapporto, se nessuna misura è approntata per controllarlo, lo spreco di plastica globale ulteriore l'accrescimento ed aggraverà l'inquinamento marino.
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